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"La Turchia continua ad essere una prigione a cielo aperto". Così era oramai definita la vecchia Anatolia, la casa dei Sumeri e dei Medi. Maxi processi che coinvolgevano centinaia di alti ufficiali dell'esercito, avvocati, studenti universitari, politici, sindacalisti, amministratori locali e numerosi giornalisti. Una magistratura al servizio di un potere politico oppure religioso che si comportava in maniera mafiosa. In quegli anni, nelle aule speciali costruite per questi maxi processi si assisteva allo smascheramento delle prove false create ad hoc dopo l'arresto degli imputati, testimoni anonimi che diventavano l'unico elemento per condannare all'ergastolo, testimoni che non si ricordavano neppure i nomi delle persone che incastravano, giudici che dormivano durante le udienze, procuratori che preparavano le carte copiando ed incollando da altri processi con dati sbagliati e numerose convenzioni internazionali calpestate.